Unknown
Quando io andavo a scuola conoscevo lo stage (che tra l'altro non è una parola inglese, ma francese e come tale va pronunciata!!!) come una rottura di scatole immane da fare per imparare qualcosa di pratico "sul campo" che riguardava quello che studiavi. Lo studente diventava stagista. Non eri pagato, ma faceva parte del corso di studio e durava una o due settimane. Punto.
Oggi le cose sono cambiate. Le aziende possono assumere ragazzi che diventeranno operai, al posto degli operai.
Prima di diventare operai precari si intende. In questa fase che dovrebbe essere transitoria si diventa appunto stagisti. Peccato che la fase transitoria duri dai tre mesi ai... non si sa quanti mesi.
Siamo in Italia. Lo stage è diventato una forma di sfruttamento della manodopera a costo zero o quasi. Le aziende assumono con contratti da fame uno stagista promettendogli che alla fine dello stage sarà assunto. Poi il giorno prima della scadenza guardacaso non c'è più bisogno di lui... sai com'è, c'è la crisi... Salvo il giorno dopo assumerne un'altro. Stagista pure lui ovvio. E il ciclo si ripete.
Ad un mio caro amico una nota catena di negozi di abbigliamento ha proposto un lavoro come stagista in uno dei loro negozi (che tiene aperto fino alle 10 di sera tra l'altro) per 289 euro al mese (che in realtà figurano come rimborso spese). Da non credere. E si sono pure stupiti quando il mio amico gli ha detto di no. " Ma come? rifiuta un posto di lavoro?"
Ma siamo sicuri la massima aspirazione di uomo sia lavorare 8 ore al giorno per una paga di circa 1,5 euro all'ora? Ma dico... siamo impazziti?
Eppure loro non fanno altro che applicare e sfruttare ciò che la legge gli permette. E gli stagisti si moltiplicano...
La repubblica delle banane non finisce mai di stupirci.
Esiste anche un blog specifico sull'argomento, lo trovate qui.

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1 Response
  1. AG Says:

    un simpatico diagramma, sul lavoro a gratis...
    si, no, forse...
    fa molto riflettere!
    lo trovate qui