Silvia
Cari lettori, non so voi, ma io quanto ad orientamento sono una vera frana!!!
Ogni qual volta salgo in macchina e da lato passeggero cerco di leggere una cartina (nella speranza di aiutare il povero marito che non vuole MAI chiedere informazioni.) inizio ad andare in panico.. Eppure ci metto tutta la buona volontà, individuo il punto di partenza, cerco il punto di arrivo e provo con tutte le mie forze a trovare il percorso corretto e a dare indicazioni.. ma niente da fare.. mi appare il vuoto totale!!
La cartina quasi per magia si trasforma in una tavolozza di colori verde.. giallo.. rosso.. è come se diventasse un bel quadro di Picasso.. Così nella totale vergogna rassegno le speranze e cedo la cartina a chi ha molta più competenza di me. La cosa mi urta al quanto il sistema nervoso in quanto non sopporto il fatto di non essere autonoma e di avere delle limitazioni, specie verso il sesso maschile. L'altro giorno però mentre guardavo la televisione ho scoperto (quasi fosse un messagio subliminare nei miei confronti) che esiste uno sport, non molto conosciuto, che si chiama orienteering.
Ora Vi starete chiedendo: Cos'è l'Orienteering?

L'Orienteering è uno sport nato verso la fine del 1800 in scandinavia ma praticato in Italia solo circa un secolo dopo. Questa disciplina insegna tramite una cartina e una bussola ad orientarsi. Può essere inteso come una passeggiata nei boschi o come uno sport competitivo.Un percorso standard è costituito da una partenza,una serie di punti di controllo che sono segnati come cerchietti, collegati da linee e numerati nell'ordine in cui devono essere visitati, e un arrivo. I cerchi dei punti di controllo sono centrati intorno all'oggetto che deve essere trovato; questo oggetto è anche definito da descrizione dei punti di controllo. Sul terreno, una lanterna indica il posto che l'orientista deve visitare. Per verificare se il punto trovato è quello giusto, l'orientista usa una punzonatrice, appesa vicino alla lanterna, per marcare il suo cartellino. Punzonatrici diverse creano diverse combinazioni di fori nella carta. Il percorso tra i "controlli" (ci si riferisce sia alla lanterna che al punto) non è specificato, ed è determinato dall'orientista; questo elemento della scelta di percorso e l'abilità di navigare nei i boschi sono l'essenza dell'orienteering. La maggior parte delle gare di orienteering ricorre alle partenze scaglionate per assicurare che ogni orientista possa avere la possibilità di fare il proprio percorso, ma ci sono alcuni altri metodi, tra cui le staffette e le gare in cui l'orientista deve trovare più punti di controllo possibile in un determinato tempo.

Si tratta insomma di una disciplina sportiva che dovrò sicuramente provare nella speranza un giorno di poter leggere con fierezza la cartina geografica al mio maritino lasciandolo a bocca aperta.. e se nemmeno questo sarà sufficente a farmi migliorare.. bè allora dovrò haimè rassegnarmi alla tecnologia moderna ed acquistare un bel navigatore satellitare!