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Unknown

Riporto sul mio blog questa mail che mi è arrivata, perchè questo è un pensiero che secondo me va diffuso. Purtroppo troppi al giorno d'oggi sono portati a pensare che basta comprarsi una macchina fotografica di ultima generazione per essere fotografi. Ma anche se è evidente che non è così, è invece uno dei fattori che porta a sminuire il lavoro dei fotografi professionisti come me. Da leggere e da riflettere.

"Questo è un articolo scritto da un fotografo professionista contrario all'attuale andamento del "mestiere fotografo" che fa pensare alla gente che tutto sia gratis.
Buona lettura :)
E magari mandalo anche ai tuoi amici fotografi.

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di Tony S.
Ogni settimana, ricevo in media un paio di proposte di lavoro da parte di gente che “non ha soldi” per pagare le mie foto. Case editrici, riviste, giornali, organizzazioni, aziende affermate o appena avviate: tutti pensano che la fotografia non costi niente, o peggio che mi stiano facendo un favore ad offrirmi di pubblicare il mio lavoro offrendo come compenso di aggiungere il mio nome qui o là.
Ho smesso di rispondere a queste richieste personalmente e linko semplicemente al seguente testo.

Allora, mettiamo le cose in chiaro. “Non abbiamo un budget per le fotografie” significa in realtà: “Pensiamo che i fotografi siano dei coglioni”.
Questa interpretazione potrà forse sembrarvi offensiva, ma possiamo facilmente verificarla con un esperimento: provate ad entrare in un ristorante della vostra città dicendo garbatamente “vorrei mangiare qui, ma non ho previsto un budget per pagarvi”. Aggiungere che in cambio farete pubblicità presso tutti i vostri amici non impedirà al proprietario di sbattervi cortesemente fuori a calci.

Ora, immaginate di essere voi stessi i proprietari di un ristorante dove la maggior parte degli avventori provano a cenare gratis con questa tecnica. La risposta è NO, volendo essere esageratamente gentili.
E se in realtà “non abbiamo un budget” era solo una strategia per tastare il terreno, la risposta è sempre e comunque NO. Non voglio avere niente a che fare con degli avidi opportunisti che vorrebbero imbastire una relazione professionale mentendo sin dall’inizio. Avete già dimostrato di non meritare fiducia, dunque mi date anche ragione di pensare che non sarete onesti sullo sfruttamento delle immagini e che comunque farete di tutto per non pagare un euro.

Se invece siete di quelli che promettono un sacco di lavoro meglio pagato più avanti se io accetto di aiutarvi a costo zero adesso, ottimo, ci sto, offritemi un contratto. Altrimenti per quanto mi riguarda le vostre sono tutte stronzate e la risposta è NO.
Anche perché, vedete, non me ne frega niente di “farmi conoscere” regalandovi il mio lavoro. Quello che voglio è invece un rapporto professionale di mutua collaborazione e beneficio. Da parte mia cerco di offrire la massima onestà ed integrità professionale e mi aspetto che i miei clienti facciano lo stesso con me. “Farsi conoscere” è la naturale conseguenza di un lavoro ben fatto, non un mezzo per ottenere qualcosa e lo stesso vale per il mio nome pubblicato insieme al mio lavoro: è una prassi, nonché indice di correttezza. Al contrario, di guadagnarmi applausi lavorando come un dilettante non me ne frega niente. Se avere un prodotto gratis è più importante di avere un prodotto di qualità, chiedete pure a qualcun altro.

Come la maggior parte delle persone, anch’io lavoro per pagarmi le bollette e mandare avanti la mia professione e la mia famiglia. Il fatto che io ami quello che faccio è semplicemente la ragione per cui sono quarant’anni che mi impegno al massimo nonostante le difficoltà: se pensate di avere il diritto di mancare di rispetto alla mia professionalità in virtù di questo, vi sbagliate di grosso.
Perciò non vi sorprendete se scelgo di non aiutare dei parassiti che guadagnano, o pretendono di farlo, sfruttando il lavoro dei fotografi – e anche il mio – fino al midollo. Con alcune rare eccezioni (piccole associazioni veramente no profit, mandate avanti da volontari) sono io che questa volta non ho previsto un budget per rendere le imprese degli altri più redditizie: già far quadrare i miei bilanci non è cosa da poco, vista anche questa recente tendenza a far passare lo “sfruttamento” come “un’incredibile opportunità”.

Il mio sostegno lo garantisco volentieri quando posso, attraverso piccole donazioni ad organizzazioni che ritengo di voler aiutare o semplicemente offrendo un pranzo ad un senzatetto. Vi assicuro inoltre che quando lavoro per onlus e associazioni, lo faccio a tassi agevolati. Penso di essere una persona onesta, generosa e gentile, ma mi sento di non fare l’elemosina a degli accattoni stipendiati che mi chiedono di riempirgli le tasche con soldi a manciate. Mi fanno incazzare. Specialmente quando mi insultano dicendo che si, il mio è proprio un bel lavoro, però non lo pagherebbero un cent.

Ho avuto delle conversazioni esilaranti con un sacco di gente che, a quanto pare, pensa che delle buone immagini siano solo il frutto di circostanze fortunate e che dunque sia loro diritto averle a costo zero, semplicemente perché gli elettroni non hanno ancora un preciso valore di mercato. Come la volta in cui incontrai la manager di un’importante organizzazione inglese (con un utile dichiarato di oltre 3 milioni di sterline). La signora mi spiegava quanto tenesse a pubblicare più foto possibile sul sito internet del gruppo di cui era a capo: i visitatori le trovavano infatti più efficaci ed immediate dei testi (prodotti per altro da uno specifico team di scrittori retribuiti). Dunque l’importanza delle foto era fuori discussione. Ma, forse, sarebbe stato anche il caso di pagarle: magari usando una parte del budget annuo di 160.000 sterline che la suddetta organizzazione destinava ai contenuti web (di nuovo, ho controllato le cifre dichiarate, disponibili online). La signora proprio non riusciva a capire che la foto che aveva davanti e che avrebbe tanto voluto pubblicare esisteva solo perché io avevo investito tempo, denaro e lavoro nel crearla. “Ma tutti i fotografi di solito sono ben felici di lasciarci pubblicare le loro immagini gratuitamente” mi spiegava. Non credo proprio lo siano, probabilmente hanno solo omesso di dare un’occhiata alle solite cifre che dicevo sopra: se lo avessero fatto si sarebbero accorti che lei guadagnava qualcosa come 66.000 sterline l’anno (circa €74.000 al cambio attuale, ndr) – giusto qualche soldo in più della retribuzione zero che invece offriva in cambio delle immagini.

E’ chiaro che soltanto i fotografi amatoriali possono permettersi di fornire servizi senza ricevere un compenso: la fotografia non è per loro una fonte di reddito. Fanno altri lavori, hanno una pensione, guadagnano in altro modo, sono dei romantici con tendenze suicide – non mi interessa. Io no. L’atteggiamento di far guerra ai professionisti per farsi belli è profondamente egoista e ha conseguenze disastrose: distrugge la fotografia come mestiere, come rispettabile fonte di guadagno per la vita.
Ecco, questa è gente vanitosa e piena di sé e davvero si accontenta di lavorare in cambio del proprio nome scritto accanto ad un’immagine: se è tutto ciò che avete da offrire, chiamate pure uno di loro. In alternativa, avete a disposizione una folta schiera di studenti e neolaureati da sfruttare – sono disperati ed inesperti, vi consiglio di cogliere al volo la ghiotta occasione di risparmiare qualche soldo e peggiorare di un altro po’ le loro già precarie condizioni economiche.

Tutto questo significa che forse non riuscirete a procurarvi le immagini che volete a costo zero? Beh, benvenuti nel mondo, è dura. A me non danno certo macchine fotografiche, computer, programmi, benzina, una casa e da mangiare senza spendere un euro. La fotografia è facile ed economica no? Allora prendete una macchina fotografica e scattatevele da soli le vostre stupide foto.

E se dopo aver letto vi sentite offesi, probabilmente è perché almeno una volta, ci avete provato anche voi."





Unknown
Sono tornato da qualche giorno passato ad Orvieto. Forse non tutti sanno che ad Orvieto ogni anno più o meno in questo periodo c'è la più grande ed importante kermesse fotografica dedicata ai fotografi professionisti. Ce n'era un po' per tutti i gusti.

Io purtroppo non ci vado tutti gli anni. Orvieto non è esattamente dietro l'angolo. E purtroppo i tempi sono magri. Quest'anno pero' ho avuto la possibilità di andarci chiedendo un passaggio ad un amico e fornitore, che non finirò mai di ringraziare vista l'enorme gentilezza.

Ho passato qualche giorno immerso nella fotografia, respirando aria di fotografia. Orvieto è una piccola cittadina medievale, decisamente carina. Era invasa da Fotografi in ogni dove. Ovunque ti girassi c'era qualche super teleobiettivo che fotografava le meraviglie della città. Potevi fermarti in piazza 2 minuti e sentivi fotografi che parlavano tra loro di argomenti comuni. Potevi chiedere consiglio, scambiare opinioni. C'era un palazzo dedicato a mostre fotografiche. Quattro piani di esposizioni. Dai maestri della fotografia pubblicitaria e creativa ai professionisti del reportage ai matrimonialisti. Particolare menzione poi meritava un fotografo di Pin-Up... Vi invito a visitare i link che metto in fondo al post, credo ne valga decisamente la pena.

E poi ho assistito a conferenze, a corsi... insomma una scorpacciata di fotografia che era da un po' che non facevo! :-) Ma non voglio annoiarvi con cose che magari nemmeno vi interessano. 

In ogni caso una nota negativa non poteva mancare. Tra una conferenza e l'altra ero sempre in giro. Ma ho avuto il tempo di fare anche tante belle foto. Non sono andato in giro a fare la sfilata con super macchine come molti miei colleghi. Avevo portato con me solo una bella compatta canon. Be'... uscito da una conferenza mi sono accorto che non l'avevo più appesa alla cintola dove doveva essere. Sono tornato indietro subito ma... Swap... Volatilizzata. Sigh. A parte il costo non indifferente della macchina... Ho perso pure tutte le foto e buona parte del buonumore di quel giorno. Pazienza. 

Ecco i link: Un fotografo che lavora molto... di fotoritocco! Poi un fotografo di reportage e infine... pinUp!


Unknown
Ecco un'interessante lavoro di fotoritocco estremo fatto da questa coppia di fotografi e artisti del computer. La galleria completa qui. Grazie ad Antonio per la segnalazione.
Unknown

Ormai ci siamo. Domani è il gran giorno. Tempo fa vi avevo detto che volevo rinnovare il mio studio. Ebbene, dopo un mese di lavori... ci siamo!

Domani mattina apro con un bel buffet per tutti (fino a sera o fino ad esaurimento scorte) e presento la nuova collezione autunno inverno.... Ehm... espongo tutte le novità che si possono fare con le foto digitali al giorno d'oggi.  Vi garantisco che coordinare tutti i progetti e i lavori, scegliere cosa va dove va e come va di ogni singola cosa, scegliere e pensare scritte e colori nuovi, organizzare la campagna pubblicitaria ecc ecc non è stata una passeggiata di salute. Ma adesso finalmente ci siamo e devo dire che sono davvero contento del risultato.

In sostanza si puo' stampare su supporti nuovi che arredano e si possono inventare dei nuovi modi di vedere la fotografia. Se siete in zona vi consiglio vivamente di venire a trovarmi!! Questo è il sito dello studio dove ci sono anche le indicazioni di dove sono se non lo sapete! :-) 

Unknown
Sono un fotografo. E ogni tanto nel mio blog non posso non parlare di argomenti fotografici. Ma non voglio essere noioso. Solo che prendo spunto dal lancio sul mercato di una nuova macchina fotografica per farvi riflettere un po'. 

Partiamo dal prodotto. Hanno lanciato, ovviamente con toni entusiastici, la nuova Canon Eos 7D. Buona macchina semi professionale. Non sto a scendere nei dettagli tecnici che potete, se vi interessa, trovare qui

Il motivo del mio post è che ogni volta che lanciano sul mercato una nuova macchina la lanciano come se fosse "LA" macchina. E ne ho viste fin troppe di macchine lanciate sul mercato con toni a dir poco entusiastici. Alcune volte anche con toni rivoluzionari. Con prove, con dichiarazioni da parte di fotografi affermati e non. Ogni volta leggevo su forum i commenti di chi l'aveva provata ed erano sempre entusiasti, pazzeschi. Al punto che uno ha il modello precedente comprato a volte meno di un anno prima e lo vorrebbe schiantare sul muro. salvo poi accorgersi che il modello nuovo è solo... leggermente rivisto e corretto.

E allora ormai ho imparato che non bisogna più crederci, perchè ogni volta puntualmente si è rivelato tanto, tantissimo fumo e poco o pochissimo arrosto.

Mi ricordo per quando hanno lanciato la macchina fotografica Sigma. Ero andato a Orvieto ad una convention di fotografia e l'avevano presentata come la rivoluzione del mondo digitale. Il nuovo sensore chiamato foveon. Ce l'avevano descritto nei dettagli, dicendoci e spiegandoci perchè doveva essere praticamente uguale alla pellicola e avrebbe dovuto surclassare qualsiasi sensore presente e futuro... pareva na presentazione herbalife. E poi invece come volevasi dimostrare... è stata una bolla di sapone.

Ma questo succedeva anche in tempi più antichi quando presentavano le nuove pellicole.
Sembrava una rivoluzione ogni volta. E poi invece era solo la vecchia pellicola leggermente migliorata. Per non parlare di quando hanno lanciato l'aps( qualcuno se lo ricorda?) non avete idea di quanto mi hanno spaccato i maroni dicendomi che ero un cretino a non crederci, che quella era la vera rivoluzione del futuro. Rivoluzione poi durata puntualmente il tempo di accorgersi che era una cagata pazzesca..


E' sempre stato così. E al giorno d'oggi con il digitale è ancora peggio. Le macchine digitali sono merce che scotta. Bisogna vendere, vendere , vendre e ancora vendere. E' l'imperativo. I costi di progettazione sono altissimi, i guadagni risicati, l'obsolescenza dietro l'angolo. Ogni espediente è buono per vendere.

Ora io non dico che questa macchina nello specifico non sia meglio delle altre. Sicuramente è un po' meglio di altre. Ma diffidate sempre dai toni troppo entusiastici. Fidatevi di chi c'è già passato. fidatevi più del buon senso. E soprattutto ricordate... una bella foto la fa il fotografo, non la macchina!


Unknown
Non lo so se il rullino morirà del tutto prima o poi. Quando uscirono le foto a colori dicevano lo stesso dei rullini in bianco e nero, che invece esistono ancora. Certo, qui è diverso. Il digitale sta stravolgendo tutte le previsioni e sta mandando in rovina chi viveva di vendita e stampa di fotografie. C'est la vie. Ma vediamo di capire come stanno le cose. 

La notizia del giorno è che la Kodak ha definitivamente annunciato di smettere di produrre la kodachrome. Mi fa sorridere, come sempre, come i media danno la notizia. "la morte della pellicola". Alcuni sono anche arrivati a dire che la kodak smetterà di produrre pellicole in generale.

Come sempre cercano più la notizia sensazionalistica che la verità. Kodak invece ha solo detto che smetterà di produrre un determinato tipo di pellicola, la kodachrome appunto e, anzi, si dice pronta a fornire ai professionisti e ai fotoamatori “prodotti maggiormente performanti” sia analogici sia digitali, per la soddisfazione di ogni bisogno.

A dire il vero la kodachrome era già da anni che non la usava più nessuno se non qualche grande fotografo forse più per abitudine che altro. Aveva si una resa incredibile, ma anche dei costi altrettanto incredibili. Ma cosa aveva di particolare questa pellicola? Era una pellicola per diapositive con colori naturali e nitidezza da riferimento. Aveva una struttura diversa da tutte le altre pellicole diapositive in quanto non conteneva i coloranti, che venivano aggiunti in fase di sviluppo.
Per questo le pellicole kodachrome andavano sviluppate secondo un loro specifico trattamento. Quindi non si poteva portarle dal fotografo sottocasa, ma andavano inviate per lo sviluppo in svizzera, unico laboratorio autorizzato da kodak al trattamento. Na bella rottura di balle. Quindi vedete bene che è una morte ben più che annunciata...

Tant'è vero che nel comunicato ufficiale di kodak si legge: "I fotografi professionisti e gli amatori dimostrano di preferire le nuove pellicole Kodak lanciate negli ultimi anni[...]"

Quindi non è che non vendono più pellicole. Solo non vendono più una certa pellicola che per inciso era stata lanciata sul mercato 74 anni fa. Direi che ha fatto il suo tempo. 

Quindi come sempre... quando si leggono le notizie sensazionali sui giornali... dividere sempre per due!! :-)

Unknown
Un fotografo della Danimarca ha creato in 17 mesi di lavoro una foto panoramica. Panoramicissima direi. 78 cm x 100 metri. Si si, proprio 100 metri. Il bello è che ovviamente non si potrà mai visualizzare per intero, ma sul suo sito si puo' vedere tutta facendola scorrere. E' veramente impressionante. Il titolo della foto è: "We're All Gonna Die - 100 meters of existence"

Quello che mi domando è se i 17 mesi di lavoro gli sono serviti per lo scatto delle varie immagini o per l'elaborazione con photoshop? Guardatela e ditemi cosa ne pensate...

Unknown
 Ok, lo dico... Mi fa schifo. O meglio... è comoda, ha degli innegabili vantaggi. Ma in quanto a qualità... la pellicola ad oggi nonn ha eguali. E parlo da professionista della fotografia. Ormai tutti usano digitale, non c'è più la percezione della qualità (la caduta di qualità si nota in molti settori, ma questo è un'altro discorso). Le sfumature che sapeva dare la pellicola... e la resa sulle alte luci o sui neri profondi... Il digitale proprio non c'è. La ragione, semplificando al massimo, è semplice. La pellicola era formata da strati di cristalli d'argento che potevano creare i colori  miscelandosi tra loro. O meglio, ogni singolo punto della pellicola poteva assumere tutti i colori separatamente o anche miscelati tra loro. Ogni singolo punto (pixel) del digitale può essere solo acceso o spento, può rilevare un colore o un'altro... ma sempre divisi tra loro. Si ovvia al problema aumentando e rimpicciolendo il numero di pixel.  Poi... il discorso è ben più complesso, ma non voglio annoiarvi con dettagli tecnici.  In ogni caso un occhio attento può vedere benissimo la differenza facendo la stessa foto nelle medesime condizioni di luce (magari un primo piano con un bell'incarnato e magari un controluce) con una macchina analogica ed una digitale. Io l'ho fatto e garantisco che la differenza è notevole... provare per credere! :-)