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Unknown

Niente immagini in questo post. Sarebbe troppo facile. Voglio lasciare spazio alle parole. Ne vale la pena, se non altro perchè per lo più non sono le mie stavolta.

Sui terremotati si dice di tutto. Ma quello che è emerso in questi ultimi tempi è che la macchina dei soccorsi ha funzionato benissimo, che tutto si sta sistemando, che si, la situazione è ancora critica, ma che la protezione civile lavora alla grande. 

Come sempre in Italia l'informazione che ci arriva è vera solo in parte. Ho trovato questo blog che è scritto da una ragazza che nel terremoto ha perso tutto.

Il 31 marzo diceva:

"Sono tre mesi che a L'Aquila la terra trema. Quasi trecento scosse. Ieri alle 15,38 c'è stata quella fortissima. Panico in tutta la città. A seguire, altre quattro abbastanza intense. E stamani alle 8 un'altra ancora. Io ho dormito in auto. Sono terrorizzata.
A presto. Spero."

Era il 31 marzo. Sembrava una premonizione no? 

Ma il peggio è su quello che scrive adesso, dopo aver dato conto di essersi salvata per caso scappando dalla sua casa che crollava. Riporto:

 "I campi nei paesini di alta montagna si stanno lentamente attrezzando e la situazione è quasi sotto controllo.Non per merito della protezione civile che li ha completamente abbandonati a se stessi, ma in virtù dei volontari che agiscono autonomamente[...]"

E poi qualcosa di  personale: 

" Speravo di poter recuperare anche una sola cosa in casa mia. Anche solo la foto di mio padre. Questo non è stato possibile, essendo crollata la scala del mio palazzo. Quella che portava all'attico dove abitavo. Ma ciò che i miei occhi hanno visto, per la prima volta dopo il terremoto, è indescrivibile. Immaginate i luoghi della vostra anima, della vostra vita, della vostra memoria trasformati in una spianata di macerie, con pochissimi punti di riferimento. In quel momento ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ho rivisto mia nonna affacciata alla finestra che chiamava me bambina per il pranzo.Papà che mi prendeva per mano e mi accompagnava a scuola. Me stessa che uscivo, vestita da suorina bianca per andare alla Prima Comunione. Cose piccole, ma la mia vita. Ed ho compreso la perdita di identità. La perdita di tutto. Un lutto immane. Comune. Ma terribilmente individuale. La tua esistenza che si accartoccia. E frana. E poi stanotte si è ballato di nuovo, e di brutto. E c'erano urla e pianti. Le mie non escono più.
Una cosa che vorrei diffondeste: i vigili del fuoco sono tanti, e bravi, e umani. Ma il cooordinamento per per la ricognizione nelle case e per l'accesso ai propri beni è vergognosamente disorganizzato. Si arriva nei luoghi di raccolta. Si riempie, dopo code estenuanti e disordinate, un modulo per la richiesta e si aspetta di essere chiamati. Chiamano senza osservare nessun ordine logico. Allora, dopo ore di attesa vana sotto la pioggia, o sotto il sole cocente,torni il giorno seguente e la tua domanda è sparita. Devi riempire di nuovo il modulo e ricominciare l'attesa. E sperare. Solo e senza nessun sostegno psicologico. Le persone piangono sommessamente. Sei lì a asperare che dalle macerie salti fuori anche un minuscolo pezzo della tua vita."

Questa è l'informazione vera, quella che purtroppo ci manca.

Unknown
A me il campeggio non dispiaceva. Il problema nasce quando piove, o quando c'è vento. Per quanto costruite bene le tende si muovono e sballonzolano. E non isolano minimamente dai rumori esterni, di giorno e di notte. 

Be' in Abruzzo di tendopoli ne hanno montate 106. Ma non è questa la notizia. E' bello vedere come in una situazione di emergenza si diventa tutti più "umani". Tratto da un articolo di repubblica che vi invito a leggere per intero.

"Non avevo più pannolini per il mio bimbo - dice Anna S. - e subito la signora della tenda di fronte è andata a cercarli. Mi ha anche portato del latte. Solo alla fine mi ha detto il suo nome e abbiamo scoperto di abitare ad appena cento metri di distanza. Io mi sento già amica"

Abbiamo una vita talmente frenetica e piena di impegni che spesso non conosciamo nemmeno il nostro dirimpettaio. E' triste, ma è così. Invece in queste situazioni evidentemente viene fuori il lato più umano di noi. Ma dobbiamo proprio apettare che ci crolli -letteralmente- il mondo addosso per ritrovare un o' di gentilezza e di buoni rapporti con chi ci sta intorno?

P.S.

Nel frattempo siamo arrivati a 8 milioni di euro raccolti tramite gli sms al 48580.

Unknown

Pubblico questo video realizzato da byoblu. Non servono molte parole, basta guardare. Claudio Messora è andato di persona sul posto a fare questo filmato. A parte la piccola polemica al centro che non condivido molto devo dare onore al merito. Fa decisamente impressione. Se non avessi un lavoro dal quale non posso staccarmi mi piacerebbe andare a dare un aiuto reale. 

 

Unknown

C'è poco da dire. C' è poco da polemizzare. Ho pensato a lungo se fare o non fare un post su quanto accaduto ieri. un terremoto è sempre un evento drammatico. E' difficile scrivere, in un mondo in cui l'informazione corre veloce come non mai. Cosa vuoi aggiungere? Che ti dispiace? Scontato. 

Guardo tutte quelle famiglie che, se è andata bene, hanno perso "solo" la casa. E poi guardo le foto dei monumenti, delle chiese, degli ospedali. E allora mi viene un po' di rabbia. Perchè ok che crollino edifici vecchi e a volte senza troppa importanza. Dalle foto si vede che spesso le case cadute erano costruite di sassi e pietra, come si usava un tempo. Ma l'ospedale? E' stato costruito 8 anni fa. Con tutte le tecnologie moderne. Andato. 

OK, ma non è il momento delle polemiche. Non voglio nemmeno affrontare l'argomento delle possibili previsioni. Credo che anche se si poteva prevedere la logistica per spostare (col dubbio di farlo per nulla per altro) centinaia di migliaia di persone sarebbe stata parecchio complicata, se non impossibile. 

Un abbraccio forte a tutti quelli che stanno vivento dal vero questo momento terribile.