La musica e l'ipod. Ormai sono quasi sinonimi. E con l'ipod tutta una serie di altri lettori mp3 genericamente detti.
Prima dell'invenzione dei primi grammofoni la musica si ascoltava solo in gruppo. Per sentire qualcosa dovevi andare nelle sale da concerto. Non esisteva il concetto di musica personale ne' tantomeno di musica portatile.
Oggi siamo all'opposto. Tutti noi abbiamo in aggeggio che consente di memorizzare centinaia o migliaia di brani. Ma chi è che può dire di aver ascoltato davvero tutta la musica che ha? Pochi, molto pochi. In genere ci si concentra sulle canzoni più recenti oppure sulle preferite. Oppure c'è chi imposta la funzione casuale (o shuffle come dicono quelli bravi). Esistono centinaia di generi, milioni di brani sfornati ogni anno. Troppa roba.
Il fatto è che tutte queste cose ci isolano sempre più dal resto del mondo. Non vale solo per la musica, certo. Ci sono anche un sacco di giochini portatili che fanno lo stesso effetto sui più giovani. Un noto sociologo americano, tale Sudhir Venkatesh qualche anno fa suppose che alla base delle mancate rivolte contro le banche (nonostante queste ultime avessero mandato in fumo miliardi di dollari dei cittadini nessuno si sognò di scendere in piazza con i forconi) ci fossero proprio gli apparecchi come l'ipod, che "tengono i cittadini separati gli uni dagli altri" .
Ok, è una posizione abbastanza estrema è ovvio. Ma è sottile la pervadenza che hanno tutti questi apparecchi creati per dividere e per isolare anziché per unire.
Milioni di giovani si conoscono sulle chat, su Facebook o su altri portali e poi non sanno che stanno parlando con il vicino di casa. Lo stesso vicino che magari quando lo incontrano sulle scale a stento lo si saluta.
L'altro giorno ho assistito ad una scena che mi ha fatto riflettere. Davanti a me in giardino un gruppo di ragazzine di 13 anni disperate perché non sapevano cosa fare in una meravigliosa giornata di sole. Arrabbiate perché la loro madre gli aveva vietato di portarsi fuori il nintendo ds, vista la bella giornata.
Mi sento un vecchio che fa discorsi da vecchio in questo momento. Ma non posso pensare a ste ragazzine che in una bella giornata, con la fortuna di abitare in aperta campagna, non sappiano come divertirsi senza le loro estensioni virtuali. Bisognerebbe far capire loro che la vita non ha bisogno di succedanei per essere bella e divertente...
Foto: © Omar foto.
Sebbene io sia un patito della tecnologia,non posso che confermare tutto ciò che hai scritto,basterebbe solamente usare la tecnologia come si deve,e non farsi usare da essa!
non è per essere cattiva...ma è vero, fai discorsi da vecchio! :P scherzi a parte...ogni generazione ha i propri "miti" ed è giusto che sia così! certo, forse un po' si esagera, ma lo facevamo anche noi ai nostri tempi...con stereo enormi portati per ore sulle spalle a sparare nelle nostre orecchie( ed in quelle di tutti i poveri passanti innocenti che ci capitavano a tiro) musica a volume altissimo...senza scordare l'walkman ascoltato in classe durante le lezioni, tanto per fare un paio di esempi.
e poi dai, non ti capita mai di annoiarti quando c'è il sole? solo perché è una bella giornata ti senti felice ed impegnato a prescindere da tutto il resto? a me capita eccome...io personalmente non esco se nn ho uno scopo...e ringrazio gli dei per l'ipod( e per l'walkman prima di lui) che mi permette di non essere costretta ad ascoltare i discorsi insulsi della gente quando prendo il bus, o dal medico....io dal medico senza ipod e libro mi rifiuto di andarci!!!
al mondo ci sono anche persone che non amano il contatto umano, che nn sopportano tutte queste interazioni sociali cui ti costringe una società in cui si vive uno sulla testa dell'altro. i tempi cambiano, tutto qui, è naturale...e rimanere ancorati a vecchi stereotipi non farà altro che farci sentire sempre più vecchi! ^-^