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Ma dove stiamo andando? E' interessante (o drammatica, dipende dai punti di vista) la piega che sta prendendo l'Italia. E c'è chi si ostina a dire che le cose vanno bene.
Radio24 ha lanciato una campagna (purtroppo) unica nel suo genere e nelle sue intenzioni. Disperati Mai. Ebbene si, ascolto radio24 più di qualunque altra radio. E vi consiglio soprattutto la trasmissione di Oscar Giannino, alle 9 del mattino. E' uno spaccato di realtà duro, crudo, che non ammette repliche in quanto troppo reale e tangibile. Storie surreali raccontate da imprenditori "sull'orlo di una crisi di nervi" o peggio. Ma è inutile (o forse no) dire che questo è solo un sintomo di una Italia che ha davvero, a quanto sembra, una brutta malattia, con radici a Roma.
Ovviamente non sta a me giudicare o parlare di chi sceglie una "via d'uscita" estrema. Ma mentre da un lato è ovvio che queste cose son sempre esistite anche se i media sembrano accorgersene solo ora, è altrettanto chiaro che sarebbe ora che finissero al più presto. Ed è ovvio che uno dei modi affinchè finiscano è allentare la pressione fiscale esagerata che il fisco ha in Italia. Pressione fiscale che preme sulle tasche di tutti, a cominciare dall'iva presente su ogni prodotto o servizio che acquistiamo. Non cadete nel tranello di chi pensa che gli imprenditori si tolgano la vita perchè non sono in grado di pagare tasse arretrate che dovevano pagare. Spesso le cose sono invece drammaticamente semplici. Soprattutto quando lo stato pretende subito i soldi ma quando deve rimborsarteli ci mette mesi o anni.
Ho letto e sentito di aziende a credito di iva (perchè magari comprano servizi con l'iva al 21% e vendono lavorati con l'iva al 4) che sono in crisi nera perchè lo stato deve pagargli  milioni di euro che loro hanno già anticipato.
Ho sentito di imprenditori in crisi nera perchè le banche all'improvviso non gli fanno più credito nemmeno per innovare. E come fai a stare al passo con i tempi? Banche che hanno ricevuto dalla UE soldi  con un interesse all'1% e che continuano a prestarteli al 10 o peggio. Non si possono chiamare banche. Devono essere chiamati strozzini.

Insomma, un bel caos, che onestamente non mi sento di giudicare ne di commentare oltre.
Solo che...  se dopo cinque mesi di governo tecnico viene chiamato un'altro tecnico (Enrico Biondi) per fare i tagli... non siamo messi proprio bene. Si lo so. I tecnici non sono tutti uguali e piuttosto che facciano tagli a caso è meglio così. A metter tasse nuove son capaci tutti. Ma a tagliare senza offendere i veri poteri nascosti (leggi lobby varie, multinazionali, ma anche mafia) è davvero più difficile. E allora teniamoci gli stipendi milionari, teniamoci migliaia di autoblu inutili e teniamoci decine di migliaia di impiegati superflui nella regione Sicilia (tanto per fare un esempio), ma aumentiamo la benzina, aumentiamo la pressione fiscale in genere, obblighiamo milioni di vecchi ad aprirsi conti correnti inutili e costosi. E nominiamo un tecnico (manco a dirlo, strapagato) che dirà ai tecnici come fare i tagli. That's Italy.

Ma stanno diventando più subdoli. Le ultime riforme sono dei tagli senza essere tagli. Prendi la scuola. Non potevano più dire che si tagliava la scuola. Cosa vuoi tagliare di più?  E allora fanno in modo che le classi da 20 diventino per esempio da 40 alunni. Meno insegnanti, meno qualità di istruzione. Ma chi se ne frega. Probabilmente porterà qualche alunno in più alle scuole private (che chissà di chi sono). Che tristezza.

In questi giorni ci sono state le elezioni comunali. Per quanto possano essere indicative per capire un'andamento. Ma dopo che quelli che gridavano Roma Ladrona sono stati beccati anch'essi a rubare... a chi dare credibilità?

Vignette su gentile concessione di GavaVenezia


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