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Ancora un incidente in Francia... E in italia non ne parlano. Chissa' perchè... Se non si era capito sono contrario al nucleare. Intanto perchè le scorte di uranio non sono infinite, anzi. poi perchè le centrali nucleari hanno dei costi talmente alti di costruzione (e di smantellamento finale) che sono antieconomiche. Diventano  appetibili solo perchè sono finanziate dallo stato.  E poi c'è il problema delle scorie. Hai detto nulla. Il governo italiano ha detto che non è un problema ma non ha spiegato dove intende metterle. Anzi, ancora non sa come trattare quelle di quando il nucleare c'era anche in Italia.. parlano delle centrali di quarta generazione, ma si apprestano a costruire quelle di terza... ci mangeranno un sacco di soldi (i nostri) per poi magari non arrivare mai a finirle.

Il bello è che un oncologo come Veronesi è a favore del nucleare. un oncologo. mica un fisico. un oncologo... son strabiliato... che il nucleare potesse essere contro il cancro... questa poi... Leggetelo il confronto tra Rubbia e Veronesi. E' interessante... MA dico... e il referendum? facciamo finta che non esiste? Se proprio vogliamo rimettere in gioco il nucleare credo sarebbe corretto fare un nuovo referendum e sentire se è vero che gli italiani hanno cambiato idea. Io ho un'idea del perchè non vogliono farlo sto referendum...  voi no? :-)

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1 Response
  1. Anonimo Says:

    giovedì 17 luglio 2008
    Prigionieri del “lodo”

    Sembra che Berlusconi abbia una speciale tendenza a crearsi attorno dei recinti dai quali rimane prigioniero non riuscendo più a liberarsi.
    Uno di questi fu la decisione, mai in seguito risultata tanto politicamente sciagurata, di assoldare un “uomo d’onore” come Vittorio Mangano a garanzia della propria famiglia, allora anni 70, a rischio sequestri di persona.
    Ultimamente egli rischia seriamente di non uscire dal “recinto” istituzionale che si è voluto costruire intorno: il cosiddetto “Lodo Alfano”.
    Questa legge assicura l’immanità totale per i reati penali alle prime quattro cariche dello stato incluso il presidente del consiglio, ciò che a lui interessa.
    Questa legge verrà certamente abbattuta dalla corte costituzionale.
    Come inciso, si può affermare che questo quantomeno dimostra che l’italia non è assolutamente un paese democratico in quanto qualsiasi legge non piaccia alla cricca cattocomunista viene inesorabilmente cassata in qualche modo.
    Stessa situazione per i referendum: si possono svolgere solo se graditi alla Casta, quelli che non interessano a nessuno o il cui risultato può essere eluso. Invece vietato tenere consultazioni su materie di alto profilo democratico come il trattato di Lisbona, la permanenza nella Nato (e sue basi) o sulla ubicazione dei luoghi di culto.

    Nella circostanza la magistratura, che ha come “centravanti di sfondamento” Di Pietro oltre che Violante e l’anm, non vede stavolta che l’ora di fargli le scarpe per non farlo salire al quirinale dopo Napolitano e quindi divenire addirittura CAPO SUPREMO della casta togata.
    Ora succede che, ancora prima del pronunciamento della corte costituzionale, dovesse cadere il governo, il Cavaliere Blu non godrebbe più della preziosa protezione dal “lodo” e rischierebbe grosso.
    Allora urge una “riforma” che lo garantisca anche non più facente parte delle 4 più alte cariche dello stato-zombie.

    Per questo brama mettere mano nel comparto giudiziario, non certo per velocizzare i processi o tenere in galera i criminali al modo in cui i suoi pennivendoli cercheranno di fare credere.
    Anzi, apprendiamo dai giornali che in gattabuia ci sono circa 10mila persone in più ai posti letto disponibili nei penitenziari italiani. Come modestamente il sottoscritto aveva previsto a breve necessiterà un nuovo indulto/amnistia per sfoltire le carceri intasate in particolare da neoitaliani.
    Col rimarcabile risultato di elevare il già insopportabile livello di criminalità.
    Non solo, ma l’idea di garantire, come il premier ha dichiarato, gli stessi diritti ai Rom goduti dai cittadini italiani comporterà un aumento della pressione fiscale.
    Poiché, se Tremonti vuole davvero tenere in ordine i conti pubblici, considerando che il 99% della marea di zingari in ingresso libero non lavora e non paga alcuna imposta per “garantire i diritti” a loro e agli altri stranieri occorrerà aumentare la pressione fiscale del 10-15%.
    Per cui non solo non era vero, e anche questo era stato predetto, che la pressione fiscale sarebbe scesa, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, bensì la tassazione sarà incrementata per i piccoli e medi imprenditori del Centronord, coloro che hanno votato in massa per l'esecutivo attuale.

    Perché poi c’è il problema del “federalismo”.
    Vedete, la vera materia del contendere a riguardo non è sul fatto che si possa o non possa fare il federalismo fiscale.
    Il fatto vero è che di “federalismo” neanche si deve discutere, poiché al dibattito emergerebbe ciò che i mass media del regime, compresi i falsi rivoluzionari, hanno sempre taciuto se non negato con insistenza. Che vi è immenso squilibrio finanziario con un colossale trasferimento unidirezionale di risorse dal Nord verso Roma capitale e da lì verso le clientele dell'unità statuale.
    Molta gente nella valle del Po, giunta in ristrettezze finanziarie, inizierebbe a dubitare dell’unità “nazionale”.
    La Padania entrerebbe, non voglio esagerare, tra i cinque paesi realmente più ricchi al mondo. Se non dovesse versare tasse, contributi, bolli vari sopra Firenze la sanità e la scuola dell’obbligo potrebbero essere gratuite per tutti, non solo per zingari e clandestini. E le tasse universitarie potrebbero essere un terzo di quelle attuali similmente al Mezzogiorno.
    L’alleanza con la Lega è la più letale delle torri d’avorio in cui Silvio Berlusconi si è volutamente rinchiuso per la sua megalomania, in cui ora vive asserragliato in attesa di un aiuto da parte dela Casta.
    Ma in cambio di cosa?
    Della sua rinuncia a diventare presidente della repubblica delle banane.
    Questa è la vera battaglia in corso.
    Il G8 di Genova, Ronaldinho e gli strilli di piazza Navona sono solo tra le tante questioni specchietto per le allodole schiocche. E ce ne sono ancora tante, ahimè.
    Non ci rendiamo conto quanto volatili siamo.
    Perché i veri prigionieri siamo noi, che non sappiamo come sbarcare il lunario, quale futuro pronisticare ai nostri figli, come salvare i nostri pochi risparmi. Noi che ci arrabattiamo nel privato esposti al gelido vento della competizione globale non riusciremo a spezzare le catene del “lodo italia”.
    Moriremo di prigionia, noi sì.

    F. Maurizio Blondet